Luciano Ligabue: testo “Salviamoci la pelle” – Album “Lambrusco coltelli Rose e Popcorn” – Settembre 1991


TESTO CANZONE: SALVIAMOCI LA PELLE
 LUCIANO LIGABUE – ALBUM “LAMBRUSCO COLTELLI ROSE E POPCORN” – SETTEMBRE 1991
SALVIAMOCI LA PELLE

Lui e lei hanno quel destino
scritto da altri altre vite fa.
È l’unica cosa che hanno, o, almeno,
è l’unica cosa in eredità.
Lei qualche volta gli dice: “Ti amo,
ma non può essere tutto qua,
qua non c’è niente per nessuno:
andiamo via, andiamo, dai, andiamo, va”.
Lei ha la foto di sua madre,
un giorno o l’altro la guarderà
che così non vuol diventare
che così, giura, mai non sarà.
Lui, la foto di suo padre l’ha dentro,
impressa a fuoco nell’anima,
impressa ad alcool, botte e insulti:
“andiamo via, andiamo, dai, andiamo, va”.

Salviamoci la pelle
che, bella o brutta, è quella lì:
rendiamola unica.
Salviamoci la pelle
tu tieni botta e dimmi di si
che è quello che co- è quello che co- conta.

Lei ha lasciato una letterina:
ci ha messo un anno a scriverla.
Lui ha lasciato sul comodino
due lire che suo padre berrà.
Bevono già molti loro amici:
scappano via soltanto così,
solo che la mattina dopo son sempre lì,
son sempre lì, son sempre lì.

Salviamoci la pelle
che, bella o brutta, è quella lì:
rendiamola unica.
Salviamoci la pelle
tu tieniti stretta e dimmi di si
che è quello che co- è quello che co- conta.

“Verso che cosa andiamo?” lei chiede.
Lui dice “Beh, questo non si sa,
però sappiamo bene cosa non c’era qua”.
Poi lei si volta per un momento,
guarda quel posto ed accenna un ciao.
Lui a quel posto gli sputa contro
e spinge sul gas.

Salviamoci la pelle che abbiamo solo questa.
Salviamoci la pelle che è quello che ci resta.

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