Luciano Ligabue: libro “Urlando contro il cielo” di Massimo Cotto


LIBRO: LUCIANO LIGABUE – URLANDO CONTRO IL CIELO DI MASSIMO COTTO
I LIBRI DEDICATI A LUCIANO LIGABUE
Scritto da : Massimo Cotto
Edito da : Aliberti
Pagine: 160
Anno di uscita: 2007
EAN: 9788874242580

Massimo Cotto,incontra Luciano Ligabue,ne esce fuori un dialogo ove il cantautore di Correggio si racconta dalla sua esistenza fino al cinema passando per la musica.

Per un uomo che non crede all’utilità delle interviste, o meglio al fatto che possano aggiungere qualcosa di fondamentale a ciò che è stato gia scritto, anzi cantato, un libro come questo potrebbe sembrare strano… e invece Ligabue dopo la prima domanda fatta tanti anni fa dal direttore della rivista Rockstar, Massimo Cotto, non ha più smesso di concedergli interviste. Questa in particolare è una chiacchierata iniziata il 14 novembre del 1992, in una fonderia trasformata in discoteca in via Gonzaga a Reggio Emilia: primo raduno per i fan di Ligabue che già allora erano tantissimi e accorsi da tutta Italia. Grazie a tutto il materiale raccolto in anni di amicizia, ci troviamo a conversare distesamente con un artista che ha fatto dell’emozione il motore di ogni sua azione, “quel piccolo esercito invasore di emozioni che prende possesso di te e ti dà un obbligo preciso”: un uomo come tanti, che si interroga sulle cose che fa, che scrive di continuo, senza pensare che spreme dal cuore canzoni, racconti, note. Che vorrebbe che i suoi testi li cantassero tutti, soprattutto le persone più semplici, vorrebbe “che tutti si trovassero a loro agio nelle parole, nelle melodie” (e non è difficile pensare che sia così) perché scopriamo che la comunicazione con le altre persone è alla base del suo scrivere, ma anche del suo vivere. Impariamo che musica ama ascoltare: il suo rispetto per la poetica di Dylan e la grandezza delle canzoni di Springsteen, ma anche l’unicità delle composizioni di Lucio Battisti e Fabrizio De Andrè, per restare nel nostro paese. Scopriamo cosa avrebbe voluto scrivere e cosa no; entriamo sul set di “Radiofreccia” (il suo primo film) e spiamo le inquadrature da dietro le sue spalle. Un film discusso, fatto seguendo l’istinto, “approfittando del fatto che in ogni caso era un cantante imprestato al cinema” un film che parla di una generazione, quella degli anni Settanta in cui ‘si stava al bar insieme dai diciassette ai settant’anni.’ In cui ‘i più giovani ascoltavano i racconti dei più vecchi, i normali stavano a sentire le balle degli estrosi e stavi bene comunque, anche se sapevi che erano balle.’ Grazie alle domande sempre pertinenti di Cotto, scopriamo per esempio che quando il Liga non riesce a dormire non è che soffre d’insonnia, bensì sta per ‘partorire’ un nuovo brano, un brano e basta, non necessariamente un grande brano o un brano che finirà su disco. Ci addentriamo poi nel suo mondo creativo, impariamo a conoscere i suoi collaboratori stretti – pochi – con i quali si confronta e cosa c’è dietro un album, chiamato ancora così nonostante l’avvento dei cd. Scorriamo le pagine e impariamo a conoscerlo sempre di più, tanto che già verso la metà del libro, sembra di sentire la sua voce, la sua risata, scorrono le canzoni, ci ricorda i passaggi di alcuni testi, fa avanti e in dietro con i ricordi e quando si arriva in fondo voltando l’ultima pagina non puoi che dire: peccato!

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