Luciano Ligabue: il film “Radiofreccia” – 1999


IL FILM: RADIOFRECCIA – 1999
I FILM DI LUCIANO LIGABUE

Davanti al microfono, Bruno informa gli ascoltatori che quello è l’ultimo giorno delle trasmissioni di RadioFreccia. Siamo nel 1993, la radio chiude dopo diciotto anni di attività, e Bruno vuole spiegare perché ha preso quel nome. Torna allora indietro con la memoria al 1975, quando nella piccola provincia, in quella zona incerta tra città e campagna, bastava un trasmettitore da 5 watt per aprire una radio libera. Così il giovane Bruno, nella soffitta di casa, apre Radio Raptus, cioè un microfono, i dischi e la sua voce dentro. Bruno si porta dietro gli amici Tito, Iena, Boris e la radio diventa la loro seconda casa (la prima è il bar del paese). Al punto che quando un altro amico, Freccia, litiga con l’amante della madre e lascia il proprio appartamento, finisce con trasferirsi proprio nella soffitta di Bruno. Così la vita scorre, con i ragazzi che fanno gli operai (solo Bruno studia), vanno in discoteca, partecipano da lontano ai forti mutamenti sociali in corso in Italia. Freccia conosce una ragazza di città, tossicodipendente, e la segue sulla strada della droga, l’affetto degli amici non basta, Freccia si isola, poi torna, sembra voler ricominciare, s’innamora di nuovo, non viene corrisposto, si abbandona ancora alla droga, viene trovato morto in un fosso. E gli amici decidono di ricordarlo, intitolando a lui la radio. Ed ecco ancora Bruno, nel 1993: riferisce su quello che fanno oggi i ragazzi di un tempo, e poi dà il via ad un vecchio intervento di Freccia che diceva quello in cui credeva. Cosi chiude la radio.

Premi:

“David di Donatello” come miglior regista esordiente 1999
“Nastro d’argento” come miglior regista esordiente 1999
“Premio Flaiano alla regia 1999
“Globo d’oro” 1999
“Ciak d’oro” come migliore opera prima 1999
“Ciak d’oro” come miglior film in videocassetta 1999
“Grolla d’oro” per la filmografia, 2003

Il Discorso di “Freccia”:

Buonanotte. Quì è Radio Raptus, e io sono Benassi – Ivan. Forse lì c’è qualcuno che non dorme. Beh, comunque che ci siete oppure no io c’ho una cosa da dire. Oggi ho avuto una discussione con un mio amico. Lui è uno di quelli bravi: bravi a credere in quello in cui gli dicono di credere. Lui dice che se uno non crede in certe cose non crede in niente. Beh, non è vero: anch’ io credo. Credo nelle rovesciate di Bonimba e nei riff di Keith Richards; credo al doppio suono di campanello del padrone di casa che vuole l’affitto ogni primo del mese; credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi; credo che un Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa; credo che non sia tutto qua, però, prima di credere in qualcos’altro bisogna fare i conti con quello che c’è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche Dio; credo che semmai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con 300.000£ al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose; credo che c’ho un buco grosso dentro ma anche che il Rock ‘n’ roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro e le stronzate con gli amici, beh, ogni tanto questo buco me lo riempiono; credo che la voglia di scappare da un paese con 20.000 abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx; credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri. Credo che per credere, certi momenti, ti serve molta energia. Ecco, vedete un po’ di ricaricare le vostre scorte con questo.

Titolo :Radiofreccia
Anno: 1998
Genere: Drammatico
Durata: 112′
Regia: Luciano Ligabue
Distribuito : Medusa

Cast:Stefano Accorsi, Luciano Federico, Alessio Modica, Enrico Salimbeni, Roberto Zibetti, Francesco Guccini, Serena Grandi

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