Luciano Ligabue: il film “Da zero a dici” – 2002


IL FILM: DA ZERO A DIECI – 2002
I FILM DI LUCIANO LIGABUE

Se ve lo chiedessero adesso, che voto dareste alla vostra vita, da zero a dieci? Nessuna sorpresa, tanto ogni giorno, da quando si nasce, in qualsiasi situazione ci si trovi c’è sempre qualcuno che ci valuta e soppesa le nostre azioni. E se non c’è nessuno a farlo, allora ci pensiamo noi. E’ questa la premessa dell’ultimo film di Luciano Ligabue, “Da Zero a Dieci” appunto.

Quattro uomini che si avviano verso i quaranta un bel giorno decidono di fermare il tempo e tornare indietro di vent’anni, a quel fine settimana a Rimini lasciato improvvisamente a metà. A far loro compagnia, le quattro ragazze che avevano conosciuto in riviera, anzi tre, visto che una ha deciso di non venire, lasciando il posto alla fidanzata di una delle altre. Sì, perché il gruppo ? animato da una ricca varietà di personaggi: oltre alla coppia lesbica, c’è il medico gay, l’inconcludente maniaco sessuale che millanta “dimensioni” da record, il dializzato vulcanico organizzatore di compleanni, un paio di sposati con prole e una nottambula divorziata e sopravvissuta al cancro.
Obiettivo di quest’operazione d’amarcord fare tutto quello che non hanno realizzato in quel lontano week-end. Ogni sogno, ambizione, rivelazione e stupidaggine deve essere tirata fuori, per non avere più rammarichi, nostalgie e rimpianti e per guardare rinnovati al futuro. Ma non tutto del passato può essere superato e dimenticato, almeno non per ognuno di loro. Soprattutto il motivo per cui nel 1980 dovettero interrompere il loro week-end…

Liga torna dietro la macchina da presa e lo fa sotto il segno del blues. Questa musica e la sua storia, i suoi ritmi lenti, le melodie struggenti, i colori scuri e cupi (di una Rimini vissuta di notte), la sua malinconia ed essenzialità danno forma al film. Che ha anche momenti gioiosi e giocosi, come la divertente parentesi musical di “Libera uscita”, che con “Questa è la mia vita” rappresenta il contributo diretto del rocker emiliano alla pellicola, ma sono sprazzi. I personaggi, soprattutto quelli maschili, sono ragazzi costretti a crescere improvvisamente e drammaticamente, non appartengono alla generazione dei “Peter Pan”. La vita li ha segnati, lasciando loro addosso ferite che ora si rimarginano ora si riaprono irreparabilmente.

“Da Zero a Dieci” si presenta come un film fatto d’episodi e piccole scene, un po’ sfilacciato a causa di una storia-guida debole. E quel che accade non è sempre originale, certe scene sono già viste e prevedibili. Il montaggio è discontinuo e ricorre misteriosamente a soluzioni differenti per marcare passaggi temporali o sottolineare alcuni dettagli.
La sceneggiatura rivela chiaramente la paternità di Ligabue, di quell’acuto sguardo capace di afferrare la verità della sua provincia e dell’abilità di esprimerla con un gesto o una parola. Fatti interpretare ad un gruppo d’attori quasi mai visti, che fanno una buona prova corale senza che alcuno, come invece aveva fatto l’Accorsi di “Radiofreccia”, si faccia notare più degli altri.

Le tappe verso “Da Zero a Dieci”

Aveva detto basta. Dopo il primo e fortunatissimo film e un grande album seguito da un’altrettanto trionfale tournee, Luciano Ligabue aveva deciso di prendersi un po’ di meritato riposo. Si era parlato addirittura di due anni, per ricaricare le batterie e tornare più grintoso e carico che mai. Ma, si sa, all’ispirazione non si comanda ed ecco che il rocker si vede piombare letteralmente addosso una nuova storia: “proprio quando non ci pensavo, né tanto meno la stavo cercando, è arrivata”.

Per quel poco che è stato reso noto è il racconto di quattro uomini e altrettante donne tra i 35 e i 40 anni che, a distanza di vent’anni dal primo incontro, si ritrovano a Rimini per portare a termine un fine settimana interrotto.

Appena avuta l’idea, Ligabue si mette in contatto con il suo produttore, quel Domenico Procacci che aveva avuto la vista lunga, quando era riuscito a convincere il Liga a dirigere la sua prima pellicola. “Radiofreccia” non solo fece ottimi incassi, ma valse al regista numerosi e prestigiosi premi, come il David di Donatello o il Nastro d’Argento come miglior esordiente.

Fin dal primo incontro il lavoro è continuato velocemente, quasi con frenesia, attraverso le stesura della sceneggiatura (definita da Procacci “sincera, onesta, fatta di pancia”) fino alle dieci settimane di riprese. Tra giugno e agosto Ligabue si è trasferito da Correggio, suo paese natale e ambientazione del primo film, a Rimini e Riccione, dove ha via via dato vita e spessore ai nuovi personaggi, sotto l’occhio curioso di Internet.

E’ stato infatti lo stesso cantante a volere fortemente che un sito che raccontasse giorno per giorno l’evoluzione del film e che fosse arricchito quotidianamente di fotografie, curiosità e di pagine del diario di lavorazione.
Adesso, ancora la rete diventa protagonista dell’informazione sul film: Ligabue e il suo staff hanno scelto Italia OnLine per presentare in anteprima assoluta il trailer di “Dazeroadieci” e un video del backstage.

La storia e i personaggi

Dopo tanto cinema dei trentenni per i trentenni, nel quale peraltro Domenico Procacci è maestro, avendo prodotto “L’Ultimo Bacio” di Muccino, il nuovo film di Ligabue apre un nuovo capitolo generazionale.
Sarà la curiosità, saranno i suoi “splendidi quarant’anni”, ma i protagonisti marciano tutti verso gli “anta”.

Quattro uomini a Rimini ritrovano quattro coetanee conosciute vent’anni prima. In realtà, si tratta di un vero e proprio incontro tra sconosciuti, visto che gli otto si erano frequentati solo per pochi giorni e i vent’anni successivi li hanno profondamente cambiati.
Nessuna voglia di bilanci, però, né di capire come sono ora, di elencare le delusioni. L’unica cosa che conta è terminare un fine settimana lasciato a metà e arrivare a “guardare in faccia” il vero motivo per cui quel week-end fu interrotto.

Questa sospensione del tempo rappresenta per loro il ritorno ad un’età più aperta, libera e spensierata, la possibilità di ritrovare una “intensità” maggiore e l’occasione per farsi notare da tutta la riviera. Per vedere come va a finire, vivendo intensamente e al limite, gioiosamente e “fisicamente” quei giorni cruciali.

Accanto ai personaggi in carne e ossa, i luoghi si fanno protagonisti attivi della vicenda. Rimini e Riccione, città simbolo del divertimento, della follia collettiva estiva, della frenetica corsa verso lo sballo e l’intrattenimento, assurgono ad un ruolo chiave per questa compagnia di “quasi quarantenni ringiovaniti”.

I protagonisti

La scelta degli attori che avrebbero dato un corpo, un volto e una voce ai protagonisti del film è stata lunga e laboriosa. Ligabue, infatti, non voleva ricorrere alla squadra di “Radiofreccia”: la storia è troppo diversa, le età distanti, le corde da toccare differenti da quelle. Senza contare che nel frattempo Stefano Accorsi è diventato l’attore più ricercato dal cinema italiano.

Dopo prolungati e faticosi casting è venuto fuori un gruppo di attori promettenti, anche se poco famosi. L’unico nome che abbia raggiunto una certa notorietà è quello di Elisabetta Cavallotti, già vista nel ruolo della scandalosa e coraggiosa pornostar di “Guardami” di Davide Ferrario, recentemente impegnata sul set dello sperimentale “Hotel” di Mike Figgis. Le altre ragazze sono Fabrizia Sacchi, vista in “Preferisco il rumore del mare” di Mimmo Calopresti e “Tandem” di Lucio Pellegrini; Barbara Lerici, che ha spesso recitato a teatro per la regia di Carmelo Bene e al cinema con Dario Argento e Guido Chiesa (“Il partigiano Johnny”); la laureanda in Lettere Stefania Rivi (“A domani” di Gianni Zanasi).

I ragazzi sono Massimo Bellinzoni, già diretto da Pupi Avati e Lina Wertmuller; Pierfrancesco Favino, il Marco de “L’Ultimo Bacio”; Stefano Pesce, visto recitare in “Facciamo paradiso” di Monicelli e “Almoust Blue” di Alex Infascelli; Stefano Venturi, anche lui nel cast dell’ultimo film di Mimmo Calopresti.

Il film uscito nelle sale cinrmatografiche l’8 febbraio e in contemporanea non è stata pubblicata la colonna sonora, ma solo un cd singolo del brano “Questa è la mia vita”, che ha accompagnato i titoli di coda.

Titolo : Da zero a dieci
Anno: 2001
Uscito: 2002
Genere: Drammatico
Durata: 99’
Regia: Luciano Ligabue
Distribuzione: Medusa
Produzione : Domenico Procacci per Fandango

Cast: Pierfrancesco Favino, Massimo Bellinzoni, Barbara Lerici, Elisabetta Cavallotti, Stefano Pesce, Stefania Rivi, Fabrizia Sacchi.

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